GIULIA

Da grande voglio essere.

Perché ho scelto di fare della comunicazione la mia professione, io non lo so.
A dirla tutta, non c’è un perché. Ci sono stati svariati avvenimenti che, uno dopo l’altro, mi hanno portata qui. Semplice. Io e la comunicazione eravamo legate da un destino.

In questo lavoro, spesso, succede così.

Quanti bimbi, alla domanda – cosa vuoi fare da grande? –
rispondono: il designer! Il comunicatore! Il copywriter! Il social media manager! Il grafico!

Nessuno.

Ecco, forse perché è proprio questo il problema.
Questa bellissima, entusiasmante, sfaccettata professione alla fine non la conosce nessuno.
Forse, a malapena, chi la fa ogni giorno. Ma dico a malapena eh. È un gomitolo di nomi, diciture, ruoli che tanto alla fine si mischiano sempre e creano qualcosa.

Solitamente qualcosa di molto molto figo.
(ndr: almeno qui vale così! Ma non ditelo in giro).

Quindi, visto che l’argomento suscita, ancora oggi, un po’ di confusione, ho scelto di scriverci su, di sviscerarlo, di auscultarlo, snocciolandone non una definizione da dizionario bensì un elenco di motivi che lo rendono quello che, oggi, definisco come una bellissima, entusiasmante, sfaccettata professione. Magari potrà essere utile quando chiederanno: – Oh ma tu che lavoro fai? – O magari no.

Ok, iniziamo.

 

1- Questa bellissima professione è un gioco

E come tutti i giochi che si rispettino ha bisogno di ruoli, di strategie, di step premeditati, di considerazione dei rischi, di alleanze, di un pizzico di follia, di intraprendenza, di fortuna, di “arte del sapersela cavare”, di dialogo, di capacità di guardarsi attorno (e molto altro).

A volte è un Monopoli, altre un Risiko (ndr: poche, qui siamo pacifisti), altre un puzzle, altre un Taboo, altre una Tombola. E chi più ne ha più ne metta (ndr: evitare Squid Game).
Ovviamente paragonarla a un gioco non vuol dire descriverla come semplice, non fraintendiamoci, però con le persone giuste lo diventa davvero. Con la squadra perfetta, ogni progetto si trasforma in una nuova eccitante sfida che, nel bene o nel male, ti farà sempre guadagnare 50 punti. 50 punti in esperienza.

Conclusione: GIOCHIAMO!

 

2- Questa pazzesca professione è un’enciclopedia

Permette di conoscere tantissimi argomenti di tantissimi ambiti diversi.
Capita di doversi interfacciare con svariati settori del commercio (e non) e con tutte le sue sfaccettature. Ogni realtà ha la sua mission, la sua vision, i suoi prodotti, i suoi competitor e richiede, quindi, puntuali e precise necessità da soddisfare. Questo implica tanta informazione e tanto studio. Chi fa questa professione assorbe, assorbe tutto e impara e, dopo un po’, si rende conto che anche quando si parlerà di fave fritte… beh avrà qualcosa da dire.

Conclusione: TOCCA A TE ROMPERE IL GHIACCIO.

 

3- Questa stupenda professione è uno psicologo

Raramente si lavora da soli. Anzi, spesso è sconveniente.
Le idee si trovano insieme, ognuno produce e poi arriva il fatidico momento.
Il momento in cui ognun* fa vedere agli altri che cosa ha fatto. PANICO.

Forse perché un* mette sempre tutto se stess*, forse perché non si vuole mai sfigurare, forse perché in fondo in fondo ci si sente affezionat* alla propria creatura… ma il momento in cui si svelano “le proprie carte” è sempre catartico. E bisogna imparare a conviverci. Bisogna capire che ogni critica è sempre costruttiva, che non si parla di scienza esatta ma di intuiti, idee, suggestioni e che, comunque, da cosa nasce sempre cosa. Infatti, spesso capita che si prenda il font di un progetto, i colori dell’altro e lo stile di un altro ancora.

Come buoni fratelli e sorelle, si lavora insieme. Sempre.
Tutti hanno qualcosa da dare o da dire. E si instaura subito una certa confidenza.

WOW.

Conclusione: BASTA UN LAVORO PER ENTRARE IN CONFIDENZA.

 

4- Questa superlativa professione è un bravo bravo psicologo

Raramente si lavora da soli. Quindi se si è figli unici è bene abituarsi fin da subito a condividere tutto con i tuoi nuovi fratelli di scrivania. Se invece si hanno dei fratelli, è necessario solo allargare la propria cerchia con altri e nuovi compagni di avventura.

Insomma, lavorare in team, un po’ smussa il carattere, porta al confronto, allo scontro, al dialogo. Altrimenti non si combina nulla. Che si lo voglia o no, questa superlativa professione insegna a vivere con gli altri e con se stessi, a stretto contatto. Ed è bellissimo.

Conclusione: SE LAVORI IN AGENZIA NON SEI MAI DA SOLO. NEL BENE E NEL MALE.

 

5- Questa incantevole professione è un fortificante

Infine, questa bellissima, entusiasmante, sfaccettata professione insegna a sostenere le proprie idee. Essere se stess*. Amare la propria testa. Amoreggiare con la fantasia. Fantasticare con la creatività. Raddrizzarsi con la propria strategia.

O almeno, qui funziona così.

Conclusione: STAY STRONG, STAY CREATIVE.

 

Dunque, in conclusione, chissenefrega se nessun bambino dirà mai: – Mamma, papà, da grande voglio fare l’UX Designer! –.

Il bello risiede proprio qui: questa bellissima, entusiasmante professione si sceglie un po’ per gioco, un po’ per passione. Un po’ per sfida, un po’ per follia. Un po’ per tentativo, un po’ per destino. Un po’ per amore, un po’ per affetto. E questi e solo questi saranno i presupposti affinché rimanga, per sempre, una bellissima entusiasmante incredibile professione.

 

Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita.
(Confucio)

Giulia, la delicata

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